Consiglio Valle: Chatrian, «non ci sono soldi per i collegamenti intervallivi»
Punta il dito contro la nuova maggioranza l'ex assessore alle Finanze di Alpe Albert Chatrian che dice solo un pretesto per rompere, di collegamenti intervallivi non abbiamo maai parlato anche perché il sistema Valle d'Aosta non può permetterselo
Prima a intervenire In Consiglio Valle nel dibattito – scaramucce incluse – sul programma e la squadra del governo Viérin è stata la capogruppo di Alpe Patrizia Morelli: «Questo governo è ancora più debole, completamente incomprensibile alla gente, è il ritorno al passato dei giochi di potere e riporta in sella metodo e logiche che hanno contribuito alla crisi in Valle d’Aosta. Non è sulla base di una semplice spartizione di potere che si costruisce un futuro».Per l’ex maggioranza è la restaurazione dell’ancien régime per la nuova è un ritorno a una politica del fare e non degli annunci.
Chatrian, niente soldi per i collegamenti intervallivi
Smentisce l’ex assessore alle Finanze Albert Chatrian che il governo uscente sia caduto sulla differenza di vedute sui collegamenti intervallivi: « Dietro a questa nuova maggioranza sembrano esserci solo pretesti. La struttura che segue questi temi nei prossimi quattro anni dovrà reperire 40 milioni per gli investimenti ordinari e 80 per gli investimenti straordinari. In tutto questo gli intervallivi non ci sono. A oggi, il sistema VdA non può dar corso ai collegamenti intervallivi. In questi mesi la Giunta era tutta al corrente della vera situazione del bilancio di previsione: 1079 milioni di euro la disponibilità nel 2017, uguale a quella 2018».
Il dibattito
Per Paolo Contoz (Uv):«Non poteva stare in piedi una maggioranza Arlecchino. Oggi non è il controribaltone ma il ripristino del giusto status quo». Fabrizio Roscio (Alpe) si sbottona e di Guichardaz (Pd) dice: «Ha la stessa linearità di una pallina di flipper. La credibilità di questa maggioranza è pari a zero. Il legante è la smania di avere il potere a qualunque costo, anche paralizzando la macchina amministrativa, mascherato come bene supremo dei valdostani».
Mauro Baccega (Epav) pone l’accento sulla politica del fare: «Il nostro motto sarà agire dare risposte e non parlare a mezzo di spot. Lei, Marquis, e il suo segretario avete la responsabilità di avere frantumato un partito, la Stella Alpina, con i suoi 8.800 voti, avete interrotto la ripresa economica, avete inchiodato il comune di Aosta».
Stefano Borrello (Stella Alpina)punta sulla casa da gioco: «E’ stata una legislatura tormentata. Noi abbiamo portato avanti con responsabilità, che tanti annunciano ma non applicano, i temi più scottanti come il casinò di cui abbiamo avviato il risanamento. La testimonianza più importante che abbiamo dato ai valdostani è che nessuno è indispensabili così anche noi, oggi, non lo siamo. Avete fatto il classico patto per le elezioni (il raggiungimento del 42% per governare), legittimo ma non condividiamo il passo. Spero che Lei, Rosset, sarà un buon presidente per tutta l’assemblea».
Per Roberto Cognetta (M5S) la spada di Damocle sono i 144 milioni di euro da dare a Roma: «L’Uvp ha raggiunto l‘obiettivo delle elezioni regionali del 2018: portare alla presidenza il collega. Complimenti per l’ottimo lavoro. Nel programma non c’è nulla di nuovo e dei problemi che stanno fuori c’è ben poco. Al di là di quanto si dice è il personalismo che impera qui dentro e il personalismo è lo scoglio sul quale si è infranto il progetto di ‘casa autonomista’. Cosa farete se dovrete sborsare i 144 milioni di euro che lo Stato ci ha chiesto?» .
Claudio Restano (PnV) fa dell’autonomia il nodo centrale: «Ma quale autonomia? L’autonomia deve essere un baluardo per la Valle d’Aosta. I partiti hanno abbandonato l’autonomia non l’hanno certo fatto i valdostani. Stiamo facendo prevalere l’inglese al francese. La politica ha abbandonato il particolarismo e l’autonomia, dovremo rimediare. L’autonomia riguarda tutti i valdostani».
Tuona Chantal Certan (Alpe): «Quella di oggi non è che una scossa per soddisfare gli appetiti dei Leoni. Qui l’autonomia e i principi non c’entrano nulla. I grandi guru della politica hanno calcolato che per vincere le prossime elezioni bisognava arrivare alla presidenza della giunta e questo avete fatto (si riferisce all’Uvp). Quello di oggi è il risultato di un accordo tra clan, speriamo sia l’ultimo colpo di coda di chi è assetato di potere. Alpe ha dimostrato di essere forza di governo costruttiva».
Carlo Norbiato (Area civica) esprime delusione: «Sono deluso per l’ennesimo parto di questa maggioranza. Al di là dei contenuti, la delusione è dovuta a una incomprensione di fondo tra noi e l’UVp sulla nascita di un nuovo gruppo che si pone come laboratorio non in contrapposizione al rassemblement. Sono deluso dalla nostra esclusione unilaterale dal tavolo della casa autonomista. Nessuno ha la patente di autonomista».
Per Andrea Padovani (Gruppo misto) «la data di venerdì 13,titolo di una serie di film horror piuttosto nota, la dice lunga. Quella del rassemblement è una manfrina. La credibilità la si guadagna dando risposte alla maggioranza delle persone. La maggioranza vuole arrivare alle elezioni gestendo i cordini della borsa, magari accelerando la quotazione in borsa di Cva per poter usufruire un tesoretto di 400 milioni. Spero, per i valdostani, che non sia così. Questo è il ristabilimento dell’ancien régime».
(danila chenal)